Perché scrivere un articolo sulle proporzioni che le foto di interni dovrebbero avere? Quali sono le proporzioni tipiche di una foto? E se esistono delle proporzioni comuni, per quale motivo realizzare foto di proporzioni diverse? Andiamo con ordine.

Le tipiche proporzioni di una foto

Le foto che escono dalla mia Nikon full frame hanno una dimensione di 7360 x 4912 pixel, con un rapporto tra larghezza e altezza di 1,5 a 1.

Si tratta del tipico formato che deriva dalla classica pellicola fotografica 35 millimetri, dove le dimensioni di ogni fotogramma del negativo erano di 24 mm di altezza per 36 mm di larghezza.

Questo formato può anche ridursi alla classica proporzione 3 x 2.

Perché variare le proporzioni di una foto?

Tutti siamo abituati da sempre a questo tipico formato fotografico. Ma allora perché variarlo?

Perché in certi casi può essere necessario, per massimizzare il potere comunicativo della foto.

Prendiamo ad esempio questa fotografia del salone di un hotel, sviluppata e consegnata al cliente nel formato originale uscito dalla macchina fotografica:

Foto non ritagliata

Foto non ritagliata

E prendiamo questa, che invece è stata ritagliata:

Foto ritagliata in alto

Foto ritagliata in alto

All’apparenza non sembrano diverse, ma la seconda foto è stata ritagliata in alto. Eccola nella versione originale:

Foto nelle sue dimensioni originali

Nelle sue dimensioni originali la foto presenta un’area dispersiva in alto. Il soffitto, troppo “vuoto”, disturba le giuste proporzioni della foto e distoglie l’attenzione dalla parte sottostante. E non è giusto che un’area vuota tolga l’attenzione da un’area densa di oggetti, specialmente se organizzati proporzionalmente nella composizione.

Ho pensato che tagliando la fascia superiore che vedi evidenziata nel fotomontaggio qui sotto, aiutasse non poco a focalizzare l’attenzione su ciò che veramente serve mostrare:

Foto da ritagliare

Quindi, le foto si ritagliano per evidenziare meglio quello che devono mostrare.

Ma se le foto migliorano ritagliandole, perché chiedersi se è lecito farlo o no?

Giusta domanda. Lo si fa per diversi motivi.

Primo motivo: ogni foto ha un suo soggetto, una sua inquadratura e le sue proporzioni. Volendo estremizzare potrei arrivare a dire che in un servizio fotografico tutte le foto potrebbero avere le loro proporzioni, tutte diverse tra loro: rettangolari classiche, rettangolari più o meno panoramiche, rettangolari più tendenti al quadrato, e naturalmente quadrate. Questo può essere un problema laddove il cliente desideri mostrarle tutte nelle stesse proporzioni, per renderne uniforme la visualizzazione ad esempio nel sito web o in una pubblicazione stampata.

Secondo motivo: il cliente potrebbe non gradire la mancanza di uniformità del formato, senza accettare le ragioni legate alla composizione esposte finora. Il lavoro per cui noi ci siamo dati tanto da fare potrebbe sembrare al cliente solo un inutile rimescolamento delle carte.

Terzo motivo: le foto ritagliate mostrano chiaramente un ambiente più piccolo. Anche se la stanza è la stessa, il soffitto non ritagliato dà al fotografo l’idea di mancanza di armonia, ma al cliente dà l’idea di spazi più ampi, e trattandosi di camere di hotel, in questo caso, di maggiore comodità.

Quarto motivo: ritagliare il soffitto, il pavimento o i lati sinistro e destro può ritagliare anche dettagli di arredamento pregevoli, che invece il cliente vuole mettere in mostra. Infatti, nella prima foto si vede chiaramente che di proposito non ho voluto ritagliare in alto il capitello della colonna e la cornice di gesso al soffitto.

Chi ha ragione alla fine della storia? Il fotografo o il cliente?

E’ importante chiarire col cliente questo concetto dall’inizio, spiegandogli la cosa e dicendogli che in un modo si privilegia l’immagine dell’ambiente e in un altro si evidenzia l’idea di spazio. Dovremo chiarire le idee al cliente, non soltanto spiegandogli la cosa a voce ma mostrandogli alcune foto di esempio, come quelle che ho pubblicato in questa pagina.

A quel punto il cliente dovrà decidere, e il fotografo potrà lavorare con tranquillità, senza correre il rischio di dover sviluppare nuovamente un certo numero di foto che aveva ritenuto opportuno ritagliare.

Nel caso le foto debbano essere tutte nelle stesse proporzioni…

Se così decide il cliente è bene saperlo PRIMA di scattare le foto. In questo modo il fotografo potrà regolarsi al meglio con l’inquadratura, e giocare con le proporzioni e la composizione dell’inquadratura in modo tale da soddisfare sia il cliente che (anche se non completamente) i propri gusti compositivi.

Attenzione al fotografo indolente…

Chi è il fotografo indolente? E’ un fotografo pigro, che non dà alla composizione una grande importanza e tende a fare le cose col minimo dispendio di tempo. Tutte le sue foto sono nelle stesse proporzioni in cui la macchina fotografica gliele fa uscire dal sensore. Se potesse non cambierebbe mai l’obiettivo e nemmeno la sua lunghezza focale, e dedica ad altro il tempo che il suo collega più scrupoloso dedica alla composizione in ripresa e in sviluppo.

Spesso non è specializzato in fotografia di interni, e può essere benissimo un matrimonialista o un reportagista, e vede le cose sotto una luce diversa.

Il problema è che il cliente spesso non se ne accorge, a meno che non si salga di livello… e a meno che non gli si spieghi, e soprattutto che non gli si mostri la differenza.

In conclusione

Le foto si possono consegnare al cliente tutte nelle stesse proporzioni, e in molti casi va anche bene. Però è un dettaglio importante, che da una parte può produrre un servizio fotografico di valore molto più alto (quando le foto sono ritagliate individualmente e il cliente ne apprezza la differenza) o molto più basso (quando il cliente si aspettava di vederle tutte nelle stesse proporzioni). Semplicemente dobbiamo spiegare la cosa al cliente, e chiedergli come dobbiamo comportarci nel ritaglio delle sue foto (e magari metterglielo per iscritto in una mail…) in modo da renderlo soddisfatto e poter realizzare con tranquillità il nostro servizio fotografico.