Dal 1980 (anno in cui fu presentata la Nikon F3) al 2017 (anno in cui fu presentata la Nikon D850) non sono passati soltanto 37 anni: fotograficamente parlando è trascorsa un’intera era geologica.
Questo non vuol essere l’ennesimo post che ripercorre il passaggio dalla fotografia analogica alla fotografia digitale, ma soltanto una pura e semplice constatazione:
Con la fotografia analogica il corpo macchina non era determinante, ma lo erano gli obiettivi e le pellicole
Perché invece oggi come stanno le cose? E’ molto semplice:
Con la fotografia digitale a parità di obiettivi il corpo macchina è tutto
Quando fotografavo a pellicola lavoravo con tre corpi macchina:
- Nikon F
- Nikon F2
- Nikon FE
Per i generi fotografici che tratto io (interni e still life, oltre a un pò di ritratto e paesaggio) questi tre corpi macchina si equivalevano. Anzi, spesso lasciavo a riposo la FE, con i suoi automatismi a priorità di diaframmi, per “divertirmi” con la Nikon F (prima) e con la Nikon F2 (in seguito), entrambe fotocamere ad esposizione manuale. Quello che mi serviva davvero si trovava davanti la macchina fotografica (obiettivo), dietro la tendina dell’otturatore (pellicola) e nella mia tasca (esposimetro manuale Gossen Lunasix F).
Chiaramente se avessi fatto fotografia di sport avrei avuto bisogno di una Nikon F3, che oltre ad avere un tempo di scatto a 1/2000 di secondo poteva essere dotata di un motore MD4 per scattare fino a 6 fotogrammi al secondo (ed esaurire in 6 secondi un rullino da 36).
Ma in assenza di necessità particolari, la Nikon F era altrettanto valida della F3 se non della F4 o F5 (autofocus a parte).
Oggi con la fotografia digitale si possono acquistare corpi macchina di modelli top che costano tranquillamente 10 volte i modelli base.
Se consideriamo Nikon, una D5 o una D850 offrono una serie incalcolabile di vantaggi – tutti determinanti nell’uso professionale – rispetto ai normali modelli consumer, nonostante montino gli stessi obiettivi:
- Altissimo numero di scatti al secondo
- Estensione (quasi) infinita della sensibilità della pellicola
- Messa a fuoco rapidissima (e più intelligente)
- Sensibilità finissima del sensore, e dimensione file impressionante
- Velocità elevata di salvataggio delle foto (soprattutto quelle scattate a raffica) sulla scheda di memoria
Già da un modello all’altro nella stessa serie le innovazioni sono rilevanti: la Nikon D800 è stata superata dalla D810 e surclassata dalla D850, per non parlare dell’evoluzione della serie top, che dalla D1 alla D5, coi suoi modelli intermedi, ha sempre stabilito nuovi standard per i fotografi di sport o di reportage.
Tutto ciò mi fa piacere, ma allo stesso tempo mi lascia l’amaro in bocca. Ai tempi del digitale compravi un corpo macchina ed eri sicuro di fare un “investimento“. Oggi quando compri un corpo macchina nella scatola ci trovi anche una bustina di amarezza, che si aprirà automaticamente quando uscirà il modello nuovo, e ti avvolgerà ogni volta che ne andrai a leggere le specifiche tecniche.
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