Quando Emiliano Ponziani mi chiese di scattagli alcune foto, da usare nella sua attività di chitarrista jazz e blues, gli dissi che lo avrei fatto con molto piacere, dato il mio grande amore per la musica, a patto però che non avremmo fatto un servizio fotografico di tipo tradizionale.

Fin dall’inizio gli dissi che non avrei puntato su un servizio fotografico on stage, per due motivi:

  1. Le condizioni di ripresa non sempre permettono la realizzazione di un ritratto di qualità.
  2. Lui aveva già abbastanza foto scattate durante le sue esibizioni on stage, e aveva bisogno di qualcosa di diverso.

L’idea di un ritratto in studio, in condizioni controllate, mi allettava non poco, ma ancor più mi attirava l’idea di un lavoro in esterni, purché fossero esterni molto particolari.

Esiste una location molto particolare che vedo tutti i giorni lungo la strada che percorro per andare al lavoro, fatta di ferro e cemento: barre di metallo puntate verso il cielo come lance, lastre di cemento poste in orizzontale e verticale, colonne in cemento armato che spuntano dalla terra e si interrompono a una certa altezza, e un vecchio silos adagiato su un fianco. Un ambiente surreale, quasi post-atomico e sicuramente adatto a un servizio fotografico fuori dalle righe. Tutto questo vuol dire volumi e superfici, che se trattate adeguatamente, con la dovuta luce, possono diventare molto interessanti soprattutto se le si guardano con l’occhio in bianconero… anche se poi al cliente la maggior parte delle foto sarà consegnata a colori.

Ritratto business di chitarrista

L’idea alla base per il ritratto del chitarrista Emiliano Ponziani

Secondo me un ritratto aziendale o ritratto di professionista in genere, deve mostrare il soggetto immerso nel proprio lavoro. Il grado di “immersione” deve deciderlo il fotografo (o in certi casi il cliente) e fare in modo che gli strumenti o l’ambiente di lavoro siano più o meno preponderanti rispetto alla persona ritratta.

In questo caso ho deciso di sbilanciare parecchio questo equilibrio in direzione del soggetto. Bandite (o quasi) tutte le riprese di musicista all’opera sul proprio strumento, volevo che la scura sagoma di Emiliano si stagliasse sui surreali sfondi di cemento, e che si vedesse solo per inciso lo strumento di lavoro: la sua chitarra.

L’importanza dello strumento di lavoro

In questo caso non parliamo di una chitarra comune, ma di una classica e storica Gibson a cassa alta, con il marchio Gibson un pò consumato ben visibile sulla parte alta della testa della chitarra.

Se non fosse stata una Gibson ma una chitarra anonima avrei forse preso una decisione diversa. Ma dato che queste foto sono scattate per essere viste da chi di musica qualcosa capisce, il marchio Gibson bianco su sfondo nero, per piccolo che sia, è più visibile di 10 chitarre riprese per intero.

Foto di chitarrista

L’importanza dello sfondo

La location ha permesso di sfruttare diverse situazioni di ripresa con sfondi “naturali” di alto livello, adatti – secondo il mio giudizio – a un chitarrista ma totalmente inadatti a molti altri servizi fotografici. Lo sfondo è stato sempre più che presente ma mai preponderante, permettendo così a Emiliano Ponziani di catturare tutta l’attenzione di chi osserva la foto.

Nessun maquillage o post produzione in stile beauty

Per decisione comune, le foto non sono state sottoposte a particolari tecniche di postproduzione volte a migliorarne l’aspetto fisico e l’estetica.