Una scritta bianca ben marcata su sfondo nero opaco: questo fu il mio “imprinting” con Nikon.

Era il 1976, una domenica pomeriggio, e avevo 10 anni quando mi trovavo al Supercinema di Monsummano Terme durante la proiezione del film King Kong (versione 1976).

Uno dei protagonisti era un fotografo, e a certo punto il regista fa un suo primo piano mentre imbraccia la macchina e scatta alcune foto.

Le linee monolitiche della Nikon F2 mi stuzzicano, ma è proprio il marchio sul fronte del pentaprisma (removibile) che mi cattura.

Fino ad allora per me il marchio Nikon non aveva alcun significato, ma da quel momento in poi lo ebbe.

Quel nome così ben stampato in bianco su nero mi diede idea di robustezza e professionalità, e decisi che se un giorno avessi acquistato una buona macchina fotografica, non sarebbe stata che una Nikon.

E così avvenne, quattro anni dopo. Non era una Nikon F2 col motor drive MD1, ma una più “semplice” Nikon FE con obiettivo 50mm Nikon E-Series (la serie economica di Nikon).

Probabilmente costava un quinto di quella che vidi nel film King Kong, ma per me aveva lo stesso valore, nonostante il pentaprisma fosse color alluminio e la scritta nera.

Quella F2 (forse non proprio quella…) l’ho comprata usata molti anni dopo, e ora si gode il suo meritato riposo nel mobile vetrina insieme alla FE e alla F “Photomic”.

Nella foto si vede anche che il fotografo porta un Rolex Submariner in acciaio al polso sinistro.

Quello non lo notai durante la proiezione del film.

Ma si sa, a volta il tempo arriva per tutto: basta saper aspettare.

P.S.: Nikon e Rolex. Due marchi storici e unici nel proprio genere. Due nomi brevi di sole cinque lettere. Entrambi iniziano e terminano con una consonante, per un dinamismo fuori da ogni regola. Ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un trattato di marketing, e altrettanto per far diventare piccoli piccoli i moderni esperti di “naming”…